La Quercia di Gualdo è un bellissimo Rovere (Quercus Robur) ed è situata in un podere privato vicino all'abitato di Riolo Terme, in provincia di Ravenna.

La pianta in questione è alta circa 17 m e ha una circonferenza del tronco di 3,5m. L'età stimata è di circa 150 anni.
È in pieno stadio 8 e ha una struttura architettonica quasi perfetta, con un leggero "allungamento asimmetrico" verso est della chioma. La pianta ha un buon tenore vegetativo, anche se nelle quote più alte della chioma questo tenore è leggermente minore. Presenta tagli al fusto e sulle branche, tipiche da "spalcatura" e in alcuni casi da rottura (soprattutto su una piccola branca) da vento o neve.
Ci sono vari effetti "botte" su 3-4 rami di grosso calibro (40cm.) che danno ospitalità (si fa per dire) a dei calabroni: questi effetti botti, dovuti a cavità causate da tagli di grosso diametro, non destano preoccupazione, vuoi per il ridotto carico dei rami che sono posti da lì in avanti, vuoi perché c'è un massiccio apporto di legno di reazione su di esso.
Nel momento del sopralluogo, avvenuto qualche mese prima, avevamo ipotizzato di collocare 1-2 cablaggi su alcuni di questi rami, ma una volta in chioma e dopo aver notato che i difetti riscontrati non destavano una grossa preoccupazione, abbiamo deciso di effettuare dei piccoli alleggerimenti.
Nel precedente lavoro di potatura, la prima parte della chioma compresa sotto i 10 m da terra è stata brutalmente "tagliata" con tagli di grosse dimensioni (anche di 20 cm) senza nemmeno guardare a un possibile sostituto come lo sarebbe con il taglio di ritorno. Questi tagli, fatti da una ditta 4-5 anni fa, sono scriteriati e sono stati fatti solo dove sono arrivati con una piattaforma elevabile, perché la quercia è difficile da avvicinare con un mezzo meccanico. Questo tipo di intervento, più simile ad un capitozzo, lo abbiamo riscontrato anche su una Acacia vicina alla Quercia in questione.
LA QUERCIA: prima&dopo
In pratica abbiamo fatto due tipi di interventi distinti, perché la chioma ha risposto diversamente rispetto agli interventi che si sono fatti in questi tempi.

- Nella parte cerchiata in ROSSO abbiamo fatto una rimonda e una selezione della vegetazione "riscoppiata" dopo l'intervento a "capitozzo", senza andare a togliere più del 10% della vegetazione. In questo modo abbiamo eliminato rami epicormici inseriti male o con codominanze.
- Nella parte in VERDE abbiamo fatto solo una rimonda e piccoli alleggerimenti su 3 grossi rami che presentavano degli effetti botte causati da cavità. In questo maniera abbiamo tolto meno del 5% della vegetazione, andando a riequilibrare il materiale che abbiamo asportato maggiormente nella parte sottostante.
Possiamo affermare che, in totale, abbiamo tolto solamente circa il 5% di vegetazione da questo Rovere, come evidenziano le foto del prima e dopo. Nei prossimi anni monitoreremo le problematiche strutturali della Quercia e come si comporterà laddove abbiamo selezionato della vegetazione sui tagli a capitozzo.
recupero architettonico di un albero: che cos'è?
Il recupero architettonico di un albero è il tentativo di ricostruire il portamento architettonico tipico della sua specie tramite un intervento di potatura. Si interviene con un recupero quando l'albero era stato precedentemente destrutturato da un intervento di potatura sbagliato o da danni esterni, come vento o neve. Non sempre è possibile riconvertire un albero al suo portamento naturale, in alcuni casi può essere controproducente e inopportuno. Quindi è sempre importante saper leggere la storia di una pianta, valutare le condizioni fitosanitarie in cui si trova, le eventuali potenzialità di recupero architettonico e, non ultimo, il sito di ubicazione della pianta stessa.
Elementi vincolanti per una possibile ricostruzione:
- specie arborea
- età della pianta
- tipologia di potatura effettuata in precedenza (capitozzo, cimatura)
- reiterazione nel tempo di determinate potature (testa di salice, speronatura)
- relativo equilibrio instauratosi con la pianta in oggetto ubicazione
Il Tiglio: prima&dopo
Il caso che intendiamo sottoporvi è il recupero architettonico di una pianta di Tiglio (Tilia platyphillos). La pianta si trova in un'area privata, ma con parte della chioma in proiezione su una strada pubblica nel centro cittadino, con transito elevato. A un primo sopralluogo, la pianta presentava i tipici segni di una precedente potatura errata ed eccessiva (cimatura alta): era stata asportata la totalità degli apici vegetativi presenti, lasciando rami lunghi alcuni metri ma senza possibilità di sfoghi vegetativi (rami di taglio di ritorno).
In questa ricostruzione grafica si è tentato di simulare come potesse apparire la pianta appena dopo l'esecuzione dell'intervento appena descritto.

Il nostro intervento è stato effettuato a bruno, cioè nel periodo di riposo vegetativo invernale, e mirava a una selezione dei rami da mantenere da effettuarsi nel punto di taglio dell'intervento precedente. In questo punto la pianta aveva stimolato una “ricacciata vegetativa” energica e vigorosa, dovuta alla necessità di ricostruire un apparato fogliare utile al suo sostentamento. Quindi sono stati selezionati di norma 3 rami per punto di taglio.
Per selezionare i rami, abbiamo tenuto conto:
- delle caratteristiche strutturali: i rami erano ben inseriti nella branca e garantivano una buona resistenza
- delle caratteristiche morfologiche tipiche della specie: ad esempio, un ramo che simulasse un proseguimento naturale della branca stessa e due rami laterali che simulassero i relativi isotoni della branca.
- sono stati selezionati, mantenuti e valorizzati eventuali epitoni (rami in schiena) cresciuti nella parte della branca originaria e “scampata” alla precedente potatura.
Il lavoro di ricostruzione e selezione ha preso in esame tutti i punti di taglio del precedente intervento ed è durato circa 4 ore operative, con l'utilizzo di un'autoscala e l'esperienza di 3 giardinieri qualificati.