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Le fasi di sviluppo della pianta

È evidente che, esistendo una differenza sostanziale tra lo sviluppo vegetativo di un esemplare giovane e di uno adulto, essi non possono essere potati applicando in egual modo gli stessi princìpio. Un intervento sbagliato in età giovanile può influire in maniera negativa sul suo futuro sviluppo, quando non danneggiare irreparabilmente l'albero minandone estetica e salute. L'esatta conoscenza delle fasi di sviluppo dell'albero ci permette invece di effettuare una potatura mirata, contenendo o favorendo, per esempio, lo sviluppo di rami sui quali sta investendo le energie. Le dimensioni di un albero non sempre sono un indicatore certo della reale fase di sviluppo in cui si trova. Per esempio, una pianta può aver trovato condizioni di crescita molto favorevoli tanto da raggiungere dimensioni notevoli in breve tempo, mantenendo in realtà schemi di accrescimento tipici dell'età giovanile. Al contrario, sfavorevoli condizioni ambientali (terreno, esposizione ecc.) associati a errati interventi di potatura possono indurre un albero giovane ad assumere le strategie di sviluppo tipiche di esemplare maturo.

L'equilibrio ormonale della pianta

Nella struttura vegetale gli elementi principali che controllano e stimolano l'accrescimento sono le gemme apicali (presenti sia all'estremità della branca centrale sia nella porzione terminale di ogni rametto) e le radici assorbenti (o non legnose, che hanno un ciclo vitale di 2,3 anni e il compito di catturare le sostanze nutrienti disciolte nel terreno; si differenziano da quelle di ancoraggio o legnose, che assolvono principalmente funzioni statiche e di sostegno). Le gemme apicali emettono auxine, ormoni che controllano e regolano la crescita delle gemme (quindi dei rami) sottostanti; esse dominano le gemme sottostanti non solo fisicamente ma anche gerarchicamente, da qui la definizione di "dominanza apicale" loro attribuita. Le radici assorbenti emettono citochinine, onnoni che bilanciano la produzione di auxine e mantengono la pianta in equilibrio ormonale. Nelle operazioni di giardinaggio è fondamentale mantenere il giusto rapporto della produzione ormonale di gemme e radici, quindi una potatura eccessiva o un trapianto errato possono spostare l'ago della bilancia ormonale mettendo in crisi l'albero e costringendolo a reazioni non desiderate (ricacci eccessivi sul tronco e colletto oppure disseccamento di uno o più rami). Ecco quindi che comprendiamo perché la potatura non sempre è risolvibile con un unico intervento, ma a volte, per non turbare gli equilibri sopra descritti, può essere necessario operare praticando solo una parte dei tagli necessari e attendere la stagione successiva per completare il lavoro. In questo modo consentiremo alla pianta di riequilibrarsi gradualmente.

La gemma apicale

In un albero giovane la gemma all'apice del ramo più alto nella strutture della ramificazione (branca centrale) è detta freccia e funge da regolatrice e coordinatrice di quella che è la gerarchia di crescita della vegetazione. Come abbiamo appena spiegato, essa, tramite la produzione ormonale, inibisce lo sviluppo delle gemme sottostanti e favorisce una crescita armonica e simmetrica (dominanza apicale) in altezza. La sua eventuale asportazione comporta un periodo di disorganizzazione nella strategia di sviluppo dell'albero: il tentativo di sostituirla (e non è detto che ci riesca!) con gemme avventizie o presenti-su rami sottostanti è operazione a volte lunga e dannosa per l'esemplare che, nel frattempo (e a volte per sempre!), perde le caratteristiche architettoniche tipiche, quindi qualità e valore. Tale intervento errato porta a un precoce invecchiamento dell'albero, che si trova costretto ad attuare strategie di accrescimento proprie di un''età maggiore della sua. La reazione vale per alberi in età giovanile e adulta, poiché in fase senescente non è più possibile riconoscere un unico apice vegetativo dominante: ogni branca (cioè le ramificazione di grosse dimensioni che compongono la struttura o impalcatura della chioma) funziona come una entità a se stante, cioè come un albero nell'albero, producendo una propria freccia regolatrice della branca stessa. Una gemma per ogni esigenza Le gemme rappresentano il futuro della pianta (albero o arbusto che sia) e in esse è racchiuso in "abbozzo" ogni suo organo (fiori, foglie, ramo). Per salvaguardare la pianta durante le operazioni di potatura è necessario riconoscere le diverse tipologie di gemme presenti su essa. Innanzitutto, si definiscono a legno le gemme destinate a dare origine a foglie e germogli e si possono riconoscere per le piccole dimensioni e la forma appuntita. Le gemme a fiore sono invece leggermente arrotondate e hanno dimensioni maggiori rispetto alle precedenti, dovendo contenere al loro interno gli abbozzi delle future fioriture (da cui dipende chiaramente anche la fruttificazione). Il periodo di formazione e di sviluppo delle gemme pone tra loro una distinzione importante anche ai fini della potatura differenziandole in attive e dormienti. Le prime si sviluppano e si schiudono nell'arco delLo stesso anno vegetazionale; le seconde maturano nell'arco di una stagione e schiudono generalmente con l'inizio della successiva (sono anche tipiche di arbusti che fioriscono nei mesi invernali). Un ultimo tipo di gemma - presente in maniera più marcata su alcune piante decidue e praticamente assente in molte conifere - sono quelle avventizie, capaci cioè di svilupparsi solo in caso di necessità (vedi rottura di un ramo o interventi di taglio), altrimenti rimangono latenti per anni in attesa di germogliare. Queste gemme "di sicurezza" consentono alla pianta di "recuperare" in brevissimo tempo parti vegetali perse, consentendole di bilanciare in maniera rapida il deficit fogliare. 

 

Testi tratti da Potatura del giardino - alberi, arbusti, cespugli e siepi di Stefano Caroli e Alberto Savini