L'arte topiaria

Viene così definita la coltivazione di alberi e arbusti mirata alla formazione di vere e proprie "sculture" vegetali, con forme geometriche o di fantasia. Lo scopo prefisso viene raggiunto impostando le piante sin da piccole nella forma voluta con l'aiuto di supporti, in ferro o in canniccio, poi guidandole e controllandole con una potatura lieve e ripetuta nel breve periodo.

Le specie più utilizzate in questo senso sono quelle caratterizzate da una vegetazione fitta, spesso con foglie piccole per garantire una perfetta copertura verde e facilmente regolabili: alloro, bosso, ligustro, carpino, piracanta, tasso ecc.

In passato l'arte topiaria è stata determinante per la creazione del giardino all'italiana, caratterizzato da elementi geometrici: vialetti e aiuole delimitate dalle siepi, labirinti e forme di ogni genere. Può comunque risultare una pratica interessante anche nel giardino moderno, seppur meno formale: a seconda dell'ambiente circostante potremo individuare forme che ricordino uno storico passato o creare decorativi elementi di fantasia. 

 

Testi tratti da Potatura del giardino - alberi, arbusti, cespugli e siepi di Stefano Caroli e Alberto Savini

La forma delle piante

La conoscenza e l'attenta osservazione del portamento di una pianta ci fornisce la guida per eseguire correttamente gli interventi di potatura, intesi a eliminare (sempre e solo in caso di effettivo bisogno) quei rami che comunque non influiscono sulla struttura naturale della chioma.

Determinate caratteristiche della parte aerea (chioma) ci permettono di dare la definizione del portamento di una specie:

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La potatura nella storia

In ogni periodo storico, l'uomo ha sempre cercato di circondarsi, nella vita e nella morte, delle piante che più gli piacevano o che lo affascinavano. Numerose testimonianze del valore ornamentale delle piante ci sono pervenute dalle grandi civiltà del passato: dalla Mesopotamia ai giardini di Babilonia, passando attraverso Greci, Romani, per l'hortus conlusus medioevale, giungendo fino ai giardini all'italiana e a quelli paesaggistici inglesi. In tutte queste culture del "verde ornamentale", pur molto differenti tra loro, è possibile rilevare un elemento comune: non troviamo mai una pianta capitozzata, cioè resa irriconoscibile nel suo portamento naturale in seguito a eccessivi interventi di taglio.

Sin dalla più remota antichità l'albero è stato considerato un simbolo sacro e di piacere. Oltre all'aspetto estetico, alle dimensioni, al portamento tipico, al colore dei fiori e alla forma delle foglie, era importante anche il significato simbolico e culturale che si attribuiva ai numerosi rappresentanti del mondo vegetale. Nella loro coltivazione, quindi, era importante rispettare tutte quelle caratteristiche naturali che rendevano unica e piacevole una determinata specie. La convivenza con gli alberi non era affatto un problema, essi venivano collocati in siti idonei perché la loro presenza durasse il più lungo possibile, quindi considerando giustamente la distanza dagli edifici e le condizioni pedoclimatiche necessarie a quella determinata specie. Quando poi un esemplare, per motivi di vecchiaia o fitosanitari (per esempio la sua stabilità compromessa) non rispondeva più alle esigenze iniziali, veniva subito eliminato e sostituito. La potatura era una pratica che si attuava solo in pochi casi, per l'eliminazione dei rami morti e delle branche che impedivano il passaggio sotto la chioma.

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